“È saltata la corrente!!”. Chi di noi non ha mai pronunciato questa frase? Magari dopo aver acceso la lavatrice, avevamo deciso di farci una doccia e lo scaldabagno stava tirando acqua; magari, nel frattempo, in un’altra stanza qualcuno aveva acceso il condizionatore…e puff! In un solo istante tutto si spegneva e, un istante dopo, qualcuno diceva “È andata via la luce!!” (altra frase tipica della circostanza). Un guasto sulla linea? Forse un cortocircuito? No, semplicemente la rete elettrica della nostra casa era andata in sovraccarico.
No. Non sto inaugurando una rubrica di gestione domestica! Bensì desidero prendere spunto da questo classico siparietto casalingo per allargare il discorso ad un ambiente più vasto…il pianeta Terra!
Probabilmente avrete già capito che sto per parlare dell’auto elettrica o comunque a emissioni zero. Bene, ci tengo subito a precisare che la salute del nostro pianeta mi sta molto a cuore; guardo con attenzione ad ogni iniziativa che sia a favore dell’ecologia e, nel mio piccolo, cerco di fare il più possibile per dare il mio contributo. E proprio perché ritengo molto importante ogni discorso sulle sorti del nostro pianeta, voglio dedicare questo post al tema dell’auto a basso impatto ambientale.
Penso che almeno su un punto saremo tutti d’accordo: le riserve di petrolio non dureranno in eterno. C’è chi ha fissato la data dell’esaurimento dei giacimenti attorno al 2050, chi ci rassicura garantendoci almeno altri 100 anni oleosi e chi, addirittura, prevede che lo troveremo su Marte.
Tralasciando le futuristiche speranze interstellari, mi concentrerei sulle certezze. Ce ne dobbiamo fare una ragione, che sia tra 50, 100 o 200 anni il petrolio finirà e, a meno di non voler lasciare i nostri pronipoti di colpo a motori spenti, sarà bene cercare qualche soluzione alternativa.
Da quando gli USA sono stati investiti dalla crisi del mercato dell’auto, i nostri amici nordamericani sembrano esseri resi d’un tratto conto che per decenni hanno abbeverato i loro “cavalli americani” con quantità spropositate di benzina. Del resto il loro motto in tema di motori è sempre stato “bigger is better”. Propulsori di 4,5 o 6 litri di cilindrata (a benzina!) sono stati montati su milioni di auto e camion (si anche camion) per decenni. Considerando poi le dimensioni delle auto made in USA, non è necessario essere ingegneri per farsi un’idea sui consumi…
Ci piacerebbe poter dire che questa impennata di sensibilità ambientale derivi da nobili intenti di rispetto all’ecosistema, ma in verità consegue ad un’altra impennata, quella del prezzo del petrolio. Insomma, oltreoceano devono essersi resi conto che a forza di appesantire i serbatoi si alleggerivano i portafogli!
Quindi, ecco che negli ultimi 3 anni, è partita dal vecchio west una carovana di nuovi prototipi, modelli e concept car, tutti a basse o addirittura zero emissioni, diretta verso il vecchio continente ma anche verso i mercati emergenti, il cosiddetto BRIC (Brasile Russia India Cina). Abbiamo così ammirato una moltitudine di auto che ci proiettavano nel futuro, ognuna forte della propria tecnologia eco-rispettosa. Ogni casa automobilistica cerca di dare il meglio di sé e nei centri ricerca le foto di Alessandro Volta hanno sostituito quelle di Gottlieb Daimler…un momento! Che cosa c’entra l’inventore della pila, con l’inventore dell’automobile?
C’entra, perché è sulla potenza e la durata delle batterie che si giocherà la grande sfida dell’auto elettrica. Intendiamoci, la propulsione elettrica non è l’unico mezzo per ottenere un veicolo che si muova ad emissioni zero, ma sembra che l’attenzione dei media e degli stakeholder sia concentrata esclusivamente su questo tipo di tecnologia, mentre se ne dà molta meno ad altre, per’altro già disponibili con pochissimi limiti tecnici e con costi più accessibili dell’elettrico; una su tutte, l’ibrido!
Senza voler fare pubblicità a questa o a quell’altra casa, ricordo a tutti che già dal 1997 è in vendita un auto che sfrutta la propulsione ibrida e che in città percorre 25km con un litro, quando le migliori auto a ciclo otto o a ciclo diesel fanno fatica a superare i 15km/litro. Ora tutti i costruttori stanno correndo ai ripari, montando su ogni tipo di auto sistemi per il recupero dell’energia e accorgimenti per migliorarne l’efficienza, ma sono tutte tecnologie che esistono da quasi trenta anni (chi di voi ricorda le Fiat Energy Saving?) e non si capisce perché abbiamo dovuto attendere una crisi mondiale per vederle implementate su tutte le auto.
Ad ogni modo, visto che pare che l’auto elettrica ci salverà, concentriamoci sulle caratteristiche della nostra salvatrice, ma soprattutto sulle motivazioni che ne stanno ancora impedendo una massiccia diffusione. Dico ancora perché la Panda Elettra esisteva già nel 1990… ( e io, povero bambino appassionato di auto, ero terrorizzato di non avere da grande un’auto che facesse brum brum, ma solo zzzzzz).
Il problema maggiore è l’autonomia. Anche con le moderne batterie al litio non si riescono a percorrere più di 150km con una carica completa. E 150km è il valore massimo teorico, perché è sufficiente “spremere” un po’ il motore, azionare l’aria condizionata o ascoltare la radio, per ridurre drasticamente i chilometri percorribili. Inoltre per “fare il pieno” agli accumulatori, occorrono diverse ore. Risulta subito chiaro che nessuno ci tiene a rimanere piantato nel traffico mentre rientra a casa la sera, magari perché ha percorso 20km più del previsto. È invece da verificare quanto i moderni automobilisti, abituati ad ogni gadget e al massimo confort, siano disposti a rinunciare all’opulenza delle loro vetture e alla qualità della vita a bordo, per avere un’auto elettrica che non li lasci a piedi durante una gita fuoriporta.
I guru che vedono nel futuro delle nostre città dicono che l’elettrico sarà il futuro della mobilità urbana; che ci saranno batterie più durevoli, colonnine di ricarica più potenti e anche delle stazioni di servizio dove sostituire il proprio “pacco accumulatori” con un altro già carico, per proseguire il viaggio. Solo a immaginarli, questi scenari, ci si vede proiettati in un film di fantascienza, dove l’uomo e la natura convivono pacificamente
Anche io immagino questo scenario, e dico “che bello! è il futuro” e penso che tutti la sera rientreremo a casa e attaccheremo le nostre auto alle prese di corrente come fossero telefonini; 35 milioni di auto (parco circolante totale italiano) inizieranno ad attingere tutte insieme dalle nostre centrali elettriche…e la domanda che mi pongo, e che vi pongo è: “e se salta la corrente??” BRUUUM!!!